Tavolo di lavoro per il sostegno allo sviluppo del Welfare. A chiedere la sua attivazione ai sindaci sono Cgil Cisl Uil con Spi, Fnp e Uil: “Da spendere ancora 35 milioni, subito i progetti per anziani e disabili”
In una nota inviata ai sindaci di tutti i distretti socio sanitari della provincia di Palermo, Cgil, Cisl e Uil assieme alle loro categorie dei pensionati sollecitano un incontro urgente con le amministrazioni e la convocazione del tavolo di lavoro permanente per il sostegno allo sviluppo e al potenziamento del Welfare pubblico. I distretti interessati sono quelli di Cefalù, Carini, Petralia Sottana, Misilmeri, Termini Imerese, Lercara Friddi, Bagheria, Corleone, Partinico, Palermo.
Il motivo di tale urgenza è determinato dall’ imminente avvio dei progetti finanziati con le risorse del Pnrr, la missione 5, dedicata ai “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” (avviso pubblico 1 del 2022 del ministero del Lavoro), che ha stanziato per la Sicilia finanziamenti per 119.409 milioni di euro, di cui 83 mila 633 già assegnati agli ambiti territoriali sociali che hanno partecipato all’avviso e che si vedranno accreditate le risorse entro il mese di luglio di quest’anno. Le risorse ancora da spendere, a causa dell’insufficiente numero di proposte presentate dai distretti socio-sanitari, ammontano a più di 35 milioni di euro di cui 4 milioni dedicati all’autonomia degli anziani, quasi 20 milioni all’autonomia delle persone disabili e 4 milioni e mezzo all’ housing sociale.
“Sono risorse dedicate alle fasce più deboli della popolazione che rischiano di finire inutilizzate o di non raggiungere equamente i cittadini, i lavoratori e i pensionati della nostra provincia per mancanza di informazione e di progetti – dichiarano Giuseppe Guarcello, segretario Spi Palermo e responsabile contrattazione sociale Cgil Palermo, Rosaria Aquilone, segretaria generale Fnp Cisl Palermo Trapani e Claudio Barone, segretario della Uilp Sicila e Area Vasta – Si rischia inoltre, in assenza di un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali e con la Rete Territoriale per la Protezione ed Inclusione sociale – dove sono presenti le rappresentanze sociali diffuse che interpretano i bisogni degli utenti del distretto socio sanitario – di presentare una progettazione lontana dalle esigenze reali dei più deboli”.
“Occorre un tavolo unico di regia – proseguono Guarcello, Aquilone e Barone – che possa programmare attraverso un processo di integrazione socio sanitaria, sempre auspicato ma poche volte praticato, le ingenti risorse messe a disposizione dai diversi fondi nazionali ed europei”.